giovedì 3 agosto 2023

AMARCORD - Favetta e Valli: come Mirco Bresciani ha fatto crescere la Seconda Squadra

 


Dal sito del Valpolicella Rugby Club :

Favetta e Valli: come Mirco Bresciani ha fatto crescere la Seconda Squadra

L’ultima volta che il nuovo allenatore del Santamargherita Mirco Bresciani si è seduto su una panchina giallorossa, è stato dal 2008 al 2012 alla guida della Seconda Squadra. Quattro stagioni, una promozione in Elite (2009/2010) e un primo posto (2011/2012), ma soprattutto quattro stagioni in cui, grazie all’aiuto di Mirco Carraro (anima della seconda squadra), il secondo quindici Seniores ha assunto una propria identità di gioco, conoscendo un nuovo modo di giocare ma soprattutto pensare il rugby. Abbiamo parlato di quelle stagioni con Marco Favett
a e Lorenzo Valli, per tanti anni capitani della Seconda Squadra.  

Come è cresciuta grazie a Mirco Bresciani la Seconda Squadra?

MF: Ricordo bene gli inizi della seconda squadra con le parole del nostro primo grande allenatore Mirco Carraro: “Un giorno il presidente mi ferma e mi da una lista di nomi dicendomi: “tieni c’è da fare una seconda squadra qui al Valpo, pensaci tu” “. La nostra filosofia è sempre stata quella di divertirci raggiungendo lo scopo principale: giocare a rugby. Il salto di qualità soprattutto mentale, è però giunto proprio con l’arrivo di Mirco Bresciani.

LV: Bresciani ha trasformato un gruppo di amici con la passione del rugby in una squadra. Ci ha fatto conoscere un nuovo modo di giocare: organizzato, fatto di sostegno e ripartenze. Alta intensità ad alto livello come è ormai necessario nel rugby moderno. Questo nuovo modo di giocare ci ha portato a lottare quasi sempre nelle primissime posizioni in tutti i campionati disputati dal suo arrivo.
  

Come è cambiato in quelle stagioni il tuo modo di pensare il rugby?

MF: Abbiamo imparato ad amare se possibile ancora di più il rugby, a capirne le sfumature ed i significati più profondi. Ricordo che le lunghe trasferte nei luoghi più remoti del Triveneto erano sempre accompagnate dalla visione di una partita di alto livello che “coach Bresciani” pescava nel suo archivio storico. Le sue analisi del nostro modo di giocare, poi, erano sempre finalizzate alla crescita della squadra, anche dalla più bruciante delle sconfitte c’era sempre qualcosa da imparare così come dopo la vittoria più gratificante la pagina degli errori aveva sempre numerose voci da chiarire. Tutto ciò avveniva in un clima rigoroso, ma sempre sereno e positivo.

LV: Mirco ha sempre predicato il rispetto dei compagni, dell’avversario, dello staff e in generale del lavoro che si stava svolgendo. Con lui si ha avuto la coscienza di essere parte di un gruppo, e quindi bisognava rispettare i tempi e i modi delle regole che ci siamo dati. Chi non rispettava questo era libero di andarsene….
  

Quale il merito più grande negli anni di gestione?

MF
: Riuscire a traghettare non solo la squadra ma anche tutto lo staff ed il nostro rapporto con la società ad un livello più alto, più vicino per quanto possibile al mondo anglosassone di cui è profondo conoscitore grazie alle sue esperienze ed ai contatti con l’estero. Questo però senza mai rinnegare lo spirito del Valpolicella, quella strana alchimia che è il motore principale di questo Club.

LV: Ricordo ancora quando ho appreso la notizia che mi avrebbe allenato lui: era fine luglio, ero in vacanza e la Fiore (la nostra dirigente che ci coccolava ed aiutava come una madre) mi ha chiamato dicendo che avrei avuto un allenatore di serie A. Io lo conoscevo per il buon ricordo che aveva lasciato in Valpo anni addietro, ma dopo l’euforia iniziale avevo dubbi sulla sua capacità di passare da una squadra professionistica o quasi ad una amatoriale, fatta di gente che rugbysticamente parlando era molto giovane e che militava in un campionato di serie C. Tutti i miei dubbi sono stati fugati: il suo più grande merito è stato adattarsi molto velocemente alle persone che aveva di fronte, motivandole, spronandole, dandogli la voglia di venire ad allenare dopo 10 ore di lavoro… 
   

Come ha cambiato la mentalità dei giocatori?

MF
: Questa è stata, a mio parere, la sua più grande dote. Riuscire a scovare e a valorizzare le qualità nascoste in ogni giocatore, e farle rendere al meglio. Ho visto giovani insicuri ed indecisi diventare uomini nel giro di una stagione, ragazzi un po’ allo sbando trovare la retta via e sfruttare al meglio il loro talento, ragazzi più pigri e maturi invogliati a far emergere tutto il loro potenziale inespresso. Prova ne è che molti dei giovani che, durante la sua guida, si sono avvicinati al rugby da mondi diversi e lontani, ora sono degli affermati giocatori di serie A.

LV: L’ultima stagione prima di lui è stata molto dura, complicata sotto tanti aspetti, ma il gruppo storico si è rinforzato sotto il piano delle amicizie. Mirco ho trovato un gruppo di amici molto affiatato ma un po’ depresso sul piano del gioco. Lui ha rinforzato ancora di più il primo aspetto e ribaltato il secondo. Ha portato una mentalità vincente, votata al lavoro duro ma con il sorriso. Allenamenti durissimi ma nessuno mollava un centimetro, sana rivalità tra i giocatori per portare a casa alla domenica la maglia da titolare. Ha portato la ‘fame’ di voler essere protagonisti la domenica.
 

Che ricordo ha lasciato in te e, per quanto hai percepito, nella squadra?

MF
: Personalmente ha lasciato un ricordo indelebile come allenatore ma soprattutto come persona e come amico. Per quanto riguarda la squadra anche negli anni successivi alla sua gestione ho spesso sentito nominare il nome di Mirco Bresciani, sia in campo che fuori, ed è sempre avvenuto con il massimo rispetto e stima, prova inequivocabile che chi semina bene raccoglie buoni frutti.

LV: Personalmente mi ha lasciato un buonissimo ricordo, una persona con cui si può piacevolmente confrontarsi sia di rugby che di temi più seri. Anche chi come ha avuto la possibilità di conoscerlo vedo che non perde mai l’occasione di andare a scambiare quattro battute con lui. Ritengo anche che la cosa sia reciproca in quanto appena possibile Mirco passava a trovarci e a vederci giocare. 


domenica 9 ottobre 2022

DHL STORMERS VINCONO A PARMA CON LE ZEBRE 37- 20

Una giornata veramente straordinaria, grazie a tutto lo Staff, John, Dawie, Norman, Rito, Gareth e Chippie.

Grazie ragazzi e buon proseguimento del Torneo.



  










lunedì 27 giugno 2022

John Dobson Una vera leggenda della provincia occidentale

Caro John mi complimento con Te per la vittoria della prima edizione del  United Rugby Championship.
E' stata una grande  impresa, sono contento di averti conosciuto e condiviso con Te un percorso formativo di alto livello. Ciao Mirco  
Qui un bellissimo articolo su Dobson :

https://www.rugbydump.com/news/john-dobson-a-true-western-province-legend/





 



Una stagione da ricordare

 Dopo una pandemia che ha bloccato i compionati 2020-2021 nel 2021-2022 nonostante tanti stop il campionato di serie A è finito. Verona Rugby è al terzo posto non sufficiente per fare i play-off, per buona parte è dovuto ad una partenza non ottimale ma nel finale il gruppo si è unito, soprattutto dopo la sconfitta con il Valpolicella, una vittoria dopo l'altra il gioco migliore da 2 anni, il tempo che io sono in questo Club.

Il mio nuovo incarico di Team Manager datomi dalla società mi ha fatto vedere le cose da un'altra prospettiva, sono stato a tutti gli allenamenti, ho parlato con i ragazzi che, talvolta, vogliono solo essere ascoltati.

E' stata un buona esperienza ma allenare, anche la serie B per la quale mi trovo qui, sarebbe stato più appagante.





lunedì 23 maggio 2022

Sempre in prima linea.


Sabato 21 maggio ci siamo ritrovati per una cena, un gruppo numeroso di ex giocatori del Verona Rugby, l'evento è stato organizzato presso la Club House della Scaligera Rugby al Campo Gavagnin di Via Montorio. E' stata un'occasione per rivedere tanti compagni e ricordare le epiche battaglie sul campo e fuori nei mitici terzi tempi e di trasferte memorabili all'estero.

Ho ritrovato i miei compagni di Prima linea Sarti Giuseppe e Saletti Roberto, è stato vemanete emozionante provare una "legatura" come ai vecchi tempi. 

State tutti in salute Amici miei e spero di vedervi presto. 

Mirco
 

lunedì 23 agosto 2021

Ciao Danilo


Ciao Danilo grazie !
Dal giornale l'Arena del 15/08/2021 scritto dell'Amico Davide Adami:

"Ha ceduto venerdì sera il grande cuore di Danilo Zantedeschi. Anima e presidenteda sempre del Cus Verona; pioniere, interprete e costruttore del rugby e dello sport veronese. Aveva 77 anni, vissutia fondo, senza calcoli e risparmi. Pensi a lui e ti viene inmente la storia del rugby, dello sport veronese, dagli anni ’60 ad oggi. Ma subito si fa largo la presenza fisica radicata nel tempo: la barba, gli occhi azzurri penetranti e ironici, il sorriso accogliente. Danilo, semplicemente, c’era. Sempre. Fino in fondo. Con la sua solidità tranquilla, la passione taciturna e indomabile, la capacità magnetica di creare un clima familiare e affettivo, di sdrammatizzare le difficoltà, di caricarsi le responsabilità, di favorire lo sviluppo dei progetti.
È così che - dai primi anni Sessanta, quando il rugby era un sport tanto epico quanto sconosciuto e l’Università scaligera un sogno -ha contribuito in maniera decisiva da un lato allo sviluppo della palla ovale nel nostro territorio, dando un’identità e una casa al rugby veronese, e, dall’altro, alla crescita del Centro universitario sportivo di Verona, sodalizio che oggi conta 1200 tesserati, 15 sezioni agonistiche e un crescente sviluppo sinergico con l’ateneo scaligero. Laurea in Economia eCommercio, insegnante di matematica prima e poi avviato commercialista, Danilo non ha mai amato le strade facili e i vincitori. Ha scelto sempre il crinale più difficile e avventuroso. Gli indiani, insomma, piuttosto che i cowboy. Pilone quando giocava a rugby, in prima linea nella mischia – uno di quelli che solitamenteSanPietro, informatosi del ruolo, fa passare direttamente in Paradiso -; militanza politica di destra, appassionata e orgogliosa, quando voleva dire testimonianza, isolamento e rischio. Capitano del Cus Verona Rugby a 24 anni e poi presidente a meno di 30. Impegnato con tanti amici, a partire dai fratelli Cametti, negli anni ruggenti e pioneristici della palla ovale veronese sino al traguardo del Gavagnin prima e nella costruzione della società cussina poi. Contagiando gli atleti con la passione e trasformandoli inunsolidissimo gruppo dirigente del Cus Verona rispettando diverse idee e personalità. Afronte della condivisione dello spirito di servizio e dei valori di fondo del rugby e dello sport, lui, così radicato nelle sue convinzioni, ha saputo far crescere una realtà libera da condizionamenti politici, laica e ricchissima proprio nella sua varietà. E su tutto ha sempre fatto prevalereuna luminosaumanità. Un’umanità fatta di convivialità–la sua, grazie al sorriso della moglie Ebe e delle figlie Chiara ed Erica, era una casa sempre aperta e vissuta -, di ironia acuta, di generosità e concretezza. Insegnando con l’esempio che lo sport non è solo giocare, madarsi per gli altri e questo, in concreto, significava radicare i progetti nella pazienza, nella tenacia, nella ricerca di sostegno e nel guardare lontano. E così ha contribuito a far costruire gli impianti di Scienze motorie in BorgoVenezia e a dar vita, quando il rugby era esploso, ai campi di via della Diga a Parona.Che adesso gli andrebbero intitolati. Poco interessato a cariche e onorificenze – anche se ha rivestito ruoli di rilievo nel Cusi e in Fir e non sono mancati riconoscimenti -, lascia un vuoto profondissimo e una grande eredità. Confluita nelVerona Rugby e in altre realtà ovali, nel progetto Parco verde paradiso – fusione di sport, educazione e natura – a Parona, nello sviluppo del polo sportivo universitario del Cus Verona. Un’eredità che impegnae onora, che Verona non deve perdere."




 

martedì 28 luglio 2020

lunedì 20 luglio 2020

Una Grande perdita per il Rugby con la scamparsa di Paul Dobson.




Ciao Paul, ci siamo conosciuti nel 1989 a Città del Capo, hai aperto le porte della Tua casa alla mia Famiglia. Ho apprezzato la Tua straordinaria conoscenza e passione per il Rugby ma soprattutto la Tua grande capacità di rendere semplici anche le cose più complicate di questo sport.
Non dimenticherò mai la sera del 22 agosto 1992 dopo la prima partita post apartheid  a Newlands , South Africa vs Australia, eri veramente contento del risultato ma sopratutto avevi la consapevolezza che le cose in South Africa stavano cambiando.Cantavamo insieme a squarciagola "Riso e Bisi", una canzoncina che cantiamo qui in Veneto per far festa, ti piaceva tanto, parlavi e capivi Italiano perchè conoscevi il Latino come i grandi uomini di cultura. Ogni volta che venivo in Cape Town per incontrare Tuo figlio John, mi piaceva venire a trovare Te e Margareth per un saluto e ricordare insieme i vecchi tempi. Nel mio prossimo viaggio al Capo, quando questa pandemia sarà finita, sarà bello ricordare con i Tuoi figli i tanti straordinari momenti passati insieme.
Come Tu hai salutato Basil Bey :
“His life was gentle; and the elements
So mixed in him, that Nature might stand up
And say to all the world, THIS WAS A MAN!”
Shakespeare: Julius Caesar


https://www.sarugbymag.co.za/another-major-loss-for-rugby-as-dobson-passes-away/


martedì 18 giugno 2019

Ovale d'oro con fronda F.I.R.

Verona 08 giugno 2019,
Sono stati consegnati oggi a Verona, ospiti del Rugby Verona, i premi alla carriera.Si tratta dell'Ovale d'oro con Fronda, la massima onoreficenza della Federazione Italiana Rugby per chi ha dedicato più di 40 anni della propria vita al rugby. Sono stati premiati: MIRCO CARRARO, MIRCO BRESCIANI, LORIS RENICA, VITTORIO MUNARI, LUCIANO PAVAN, MARIO PASTI, DAVID ADAMI, STEFANO BETTARELLO, ALESSANDRO BIASIOLO, LUCIO BOCCALETTO, FLAVIANO BRIZZANTE, OSCAR COLLODO, CORRADO COVI, RENATO DE GENNARO, ROBERTO DELL’UOMO, PIERGIANNI FARINA, ANTONIO GALEAZZO, MAURO GARDIN, FULVIO LORIGIOLA, GUIDO ROSSI, GIORGIO SBROCCO, PAOLO STURARO, ANTONIO TALARICO, ARIANO VENTURINI, PAOLO VIGOLO, FRANCESCO ZAMBELLI, GIANNI ZANON, DANILO ZANTEDESCHI, MAURIZIO FRESCHI, DINO MENEGAZZI, CARLO GUERTRIERI, PIERO VOLPI, FABIO NARDI E GIANCARLO RICCI. 

Inoltre sono stati consegnati gli annuali premi del Club Italia Amatori Rugby per la stagione 2017/18.Sono stati premiati R1823 miglior testata giornalistica, Jacopo Sarto, miglior giocatore 2017/18, Antonio Liviero, miglior giornalista, Matteo Liperini, miglior arbitro, Biella Rugby, miglior società, Giacomo Lucibello, miglior dirigente, e Massimo Brunello, come miglior tecnico.


mercoledì 1 novembre 2017

John Dobson e la vittoria della Currie Cup 2017


Complimenti John per la Tua splendida vittoria, hai lavorato tanto per ottenere questo risultato, sono convinto che Paul e Margareth sono fieri di Te. 
Complimenti a tutta la Squadra e a tutto lo Staff per aver sempre creduto di farcela anche contro ogni pronostico. Sarà un piacere incontrarti nei prossimi giorni e condividere un pò della Tua gioia.
 


domenica 28 maggio 2017

Serata con lo Staff - Mugolio Group


Talvolta persone di estrazione ed età diversa ma con gli stessi obiettivi e la stessa voglia di raggiungerli, riescono a contribuire a delle imprese importanti come la salvezza in serie A della stagione 2016/2017. Grazie ragazzi per la bella stagione e per le emozioni vissute insieme, è stato un piacere fare un pezzo di strada insieme a Voi.
Appena pronto dell'altro "mugolio" non mancherò di avvisarvi.
I migliori Auguri per la Vostra carriera e Vita.

Ciao Mirco

domenica 7 maggio 2017

Jaco van Tonder

Caro Jaco,
è stato un piacere avere la possibilità di allenare un giocatore di grande qualità tecniche e morali come Te. Hai sempre rispettato il mio lavoro sul campo portando il Tuo contributo al massimo livello.
Adesso tornerai in South Africa in Hermanus,  nel Tuo piccolo e meraviglioso paesino che amo tantissimo e che visito sempre nel mio  peregrinare per Città del Capo, spero che quest'anno passato in Italia sia servito per la Tua crescita rugbystica e ricaricare le pile per la Tua futura carriera sportiva.
Ci vediamo presto in Loop Street per una birra, promesso.

Ciao Mirco







mercoledì 3 maggio 2017

Grazie Ragazzi una Stagione da ricordare

Un ringraziamento a tutti i ragazzi per il percorso fatto insieme, spero che il mio aiuto possa esservi stato utile per la vostra crescita e formazione, l'anno scorso abbiamo raggiunto la salvezza  all'ultima giornata e questanno con 4 giornate di anticipo, l'obiettivo è stato raggiunto, poi gli infortuni ed il fisico ci ha abbandonati ma l'impresa resta, tutti giocatori di casa con solo Jaco e Gustavo a darci una mano, straordinara avventura.
Grazie ai miei compagni di viaggio, Bet, Tia, Simo, Flavio, Buz, Ciccio, Marce, Lucchetta, Dott. Viola, Dott. Bongiovanni, Dott.ssa Giuliana, un grande e preparato Staff.

Arrivederci sui campi

Mirco



Raduno Rugby Valpolicella serie A 2016/2017

Settembre 2016.
Tutto inizia a Novezzina, raduno sul Baldo, tutti sorridenti e motivati, c'è la senzazione è che sarà una stagione importante.
Forza ragazzi, siamo il Valpolicella-



























sabato 21 maggio 2016

Martin Thomsen

Ieri sera alla Barchessa Rambaldi di Bardolino il saluto di tutti i compagni di squadra a Martin Thomsen che ritorna in South Africa per la rieducazione dopo l'intervento chirurgico al ginocchio destro, ad operare l'ortopedico Dott..Gino Viola dell'ospedale di Bussolengo. In bocca al lupo Martin.

martedì 26 aprile 2016

La Forza del Gruppo - 24 aprile 2016 - Valpolicella 22 Lumezzane 12




Un'aria fina tira in questa meravigliosa Valle del Vino, ragazzi che sacrificano il loro fisico e la loro mente al servizio di uno sport duro e magro di soddisfazioni. Oggi ho visto giocatori  fare un'impresa che ricorderemo per molto tempo, la squadra non ha raggiunto la salvezza ma "è stata promossa in Serie A", dimostrando che la forza del gruppo vince tutte le sfortune, gli infortuni e le giornate storte, i ragazzi si sono guadagnati questo traguardo senza aiuti di nessun fuoriclasse e si sono meritati la stima ed il rispetto degli avversari.
Ho visto le lacrime di gioia di Matteo (Zio per gli Amici) uscendo dal campo, mentre dagli spalti gli davano il giusto tributo ad un atleta classe 1978  che incarna lo spirito di questo Club. Ho visto Capitan Previato spronare i propri compagni con l'esempio dei suoi 35 placcaggi a partita, ho visto dei ragazzi di 20 anni dare tutto per giocare ancora in serie A l'anno prossimo.

Grazie ragazzi per quello che avete fatto e un ringraziamento particolare ai miei compagni di viaggio, tutto lo staff : l'assistant coach Francesco Bettini, lo specialist coach Mattia Filippini, il preparatore Simone Amato, il fisioterapista Burati Francesco, il Dott. Giulio Bongiovanni, l'ortopedico Dott. Gino Viola, i dirigenti accompagnatori Ciccio Carraro, Marcello Magrulli, Gianluca Righetti ed il nostro Direttore Sportivo Renzo Damoli, siete stati tutti Meravigliosi.

San Pietro in Cariano 24/04/2016

Mirco Bresciani



 

martedì 19 aprile 2016

Un ricordo di Livio Benedetti


Ciao Livio,
ho avuta la fortuna di conoscerti, di ascoltare le Tue parole, sempre pacate e giuste, davanti ad un buon bicchiere di vino rosso della Savoia. Ci siamo incontrati sui campi di Rugby, la nostra grande passione e Le Tue origini Veronesi ci hanno unito. Mi hai sempre aiutato quanto venivo in Francia con qualche squadra a imparare dai Francesi come si gioca a questo straordinario Sport che fortifica uomini e cementa amicizie.
Ho ammirato le Tue opere e mi hai insegnato cosa vuol dire fondere a "cera persa" quando mi accompagnavi in fonderia a Verona. Sei passato spesso dal mio negozio e io qualche volta non c'ero e di questo me ne dispiaccio molto, avevo la sensazione di aver perso un'opportunità di parlare con un Grande Uomo.
Riposa in pace caro Amico dalle mani ruvide, come la pietra delle Tue montagne.
Le persone come Te non muoiono mai perchè vivono sempre dentro di Noi.
Presto verrò a Myans per portarti un saluto.
Mirco Bresciani
 
Libera traduzione dal sito http://www.liviobenedetti.com

Livio è nato a Verona, Italia nel 1946. Nonostante spendendo solo pochi anni nella sua nativa Veneto, sua terra d'origine significava molto per lui. Dai pittori rinascimentali ad splendidamente semplice cucina che si sentiva era il migliore del mondo, dalla bellezza dei paesaggi alle gesta insuperabile di Valentino Rossi su due ruote, la sua terra natale è stato una costante fonte di orgoglio e ammirazione.Nel 1949 la famiglia Benedetti, Gino e Maria, che si trovano nelle vicinanze, nel cimitero di Maya, la sorella maggiore Maria, il fratello minore di Robert, e Livio partì per la Francia e la Savoia. Livio era solo tre, al momento, e Robert era solo un bambino. lore famiglia vuole che la loro intenzione era quella di attraversare l'Atlantico per gli Stati Uniti d'America.Dopo alcuni anni, la famiglia si stabilì a Maya, erano con l'aiuto di Livio e Robert, il padre Gino costruito la loro casa di famiglia a pochi passi dalla chiesa della città. Gino era un muratore, che sarebbe diventato un punto così importante per Livio. Livio sempre si è identificato come un muratore prima di tutto, e solo dopo che come scultore. Era orgoglioso della sua famiglia di costruttori. In Myans, la famiglia Benedetti è cresciuta con l'arrivo di Raphaelle, la sorella più giovane amata, la cui parete camera da letto è stato decorato con uno dei primi pezzi di Livio.
Lavorando su una delle sue ultimo pezzo Livio si è laureato con un diploma nella costruzione di seguire le orme del padre. Era uno studente modello. Pochi erano a portata di mano per testimoniare che ... gli è stato assegnato un tour in tutto il paese, un premio riservato al miglior studente di ogni contea, e che si è conclusa presso l'hotel Matignon, residenza del primo ministro francese. Era il suo primo incontro con Pierre Dumas, che era allora il segretario di Stato. E 'stato un incontro che Livio ha ricordato con orgoglio.Livio lasciato Myans per un tempo, prima di andare a Annecy, dove ha fatto amici da una vita ... E poi ancora oltre, alle foreste del Mézieres Ardenne e Charleville, dove ha svolto il servizio militare. E 'stato a questo punto che Livio ha preso la strada meno percorsa e ha iniziato le sue prime sculture: una serie di teste di legno che sono state recentemente in mostra per una retrospettiva a Chambéry questa primavera, e che hanno perso nulla del loro vigore.
Alpinismo, con RobertDurante il servizio militare, Livio ha incontrato Firenze che sarebbe diventata sua moglie e la madre dei suoi figli. E 'stato in quel momento che decise di dedicarsi alla scultura e per tornare alla sua adottiva Alpi che amava così tanto. Per Livio, non c'era posto più bello che dove siamo oggi, e non vi era alcuna paesaggio maestoso come le montagne qui. Tornando a salire nelle Alpi era di vitale importanza. Ha costruito amicizie solide nella Savoia. Questa terra è stata una costante ispirazione per lui. Livio e Firenze restituiti al Savoia nel 1973, attraverso la Borgogna, dove sono nati i loro figli Luc e Roland.Dal 1975 in poi, Livio istituito il suo laboratorio a Chambery. Ha trascorso la maggior parte del suo tempo. Si è dedicato alla scultura ed ha lavorato presso lo instancabilmente, con quello che aveva a portata di mano e in condizioni incredibilmente difficili. La strada Basse du Chateau era il suo teatro, ai piedi del Castello dei Duchi dove il suo lavoro è stato recentemente celebrato, un cenno ai suoi inizi. Ha fatto diverse amicizie durature durante questo tempo, proprio come ha fatto ovunque andasse.E 'stato molto più tardi che si stabilì sulle pendici del Granier Apremont vicino, in una fattoria in rovina acquistati con l'aiuto di Robert e Firenze. Ha ricostruito un mattone alla volta fino a diventare il meraviglioso laboratorio che molti di voi ormai sanno.Livio, Jonas & Hugo PrattLa vita di Livio era troppo ricco e il suo spirito troppo generoso di raccontare in un paio di frasi. Alcuni momenti tuttavia sono così sorprendenti che non possono essere omesse. Nel 1982, Livio ha incontrato Hugo, l'artista e scrittore che ha portato Corto Maltese nel mondo. Hugo Pratt era un amico di Livio, ma anche un secondo padre, una ispirazione permanente con standard alto come il suo, un poeta le cui linee precise imitare la precisione delle forme in sculture di Livio. Hanno condiviso un disprezzo per la mediocrità, nonché una discrezione assoluta.Il riconoscimento come artista venne a lui poco a poco di partenza nella metà degli anni novanta-diciannove, infine, che gli permette di vivere dal suo lavoro. Con l'aiuto di alcuni amici il suo lavoro divenne noto al di fuori di una ristretta cerchia di ammiratori, ed eventualmente all'estero. La sua arte incuteva rispetto, affermandosi come importante, estremamente diversificata, sia moderno e classico, al di fuori del tempo, libero e pieno di sentimento, altrettanto convincente per qualsiasi pubblico. Molti dei suoi pezzi possono attestare a questo, e saranno negli anni a venire, dal Sarrazine che può essere visto sulla riva del lago di Tigne, per l'ultimo dei Proprio a Aix les Bains, la Signora del Vento al Savoie Technolac, e il busto di Pierre Dumas all'ingresso del traforo del Fréjus tutti testimoniano il carattere universale e senza tempo del suo lavoro.La sua vita di uomo era ricco come la sua vita di artista. E 'stato caratterizzato da lealtà. Era esigente, ma anche costante nella sua generosità, sia con la sua famiglia ei suoi amici. Una infinita generosità, un calore senza eguali, duratura amicizia, alleato con una vera e propria curiosità per la gente. La sua vita è stata caratterizzata da libertà, come pure - la libertà di pensiero di esistere al di là delle convenzioni, libero da tirare della corrente, al di fuori delle linee incise sul progetto. Nessuno può dimenticare il suo temperamento. Ha avuto occasione di dare più di uno di noi un momento difficile. 


Nel 2010, Livio fu colpito dalla malattia. E 'stata una lotta costante fino alla fine. Ha combattuto come un leone, con tutta la forza che noi tutti sappiamo che possedeva, senza mai cedere, mai lasciare che la malattia portare via ciò che lo ha reso quello che era. I suoi parenti stretti erano al suo fianco tutti i giorni per l'ultimo paio di mesi che forniscono amore e sostegno. Hanno testimoniato la sua forza di carattere. Non si lamentava mai, e non ha mai rinunciato. La sua generosità non mancava mai, che ci ha portato avanti, e lo fa ancora nei nostri ricordi e nelle sue opere d'arte.